2011
 
 
21 settembre: Chianale - anello del Pandizucchero
 
 

Decidiamo di chiudere in gloria l'estate 2011, con un tarlo che rodeva da tempo...
Ritrovo brutale a Chianale alle 7.30, pochi i convenuti, come prevedibile.

Partiamo all'attacco del colle dell'Agnello, sulla strada che risulterà totalmente deserta, manco l'avessero chiusa apposta per noi tre.

Giornata climaticamente strepitosa, ma all'ombra ci sono solo +5 gradi, ottimi comunque per pedalare.

Povero Carlo Emanuele III, affrontò la guerra di successione Polacca e quella Austriaca, e gli dedicano nientemeno che un tornante!

Impressionante il numero di marmotte che popolano quest'angolo di valle, alcune delle quali evidentemente stipendiate dall'APT.

Indubbiamente una delle più belle salite su asfalto mai fatte!

Suscitiamo la curiosità di ogni genere di animale, anche perchè oltre a noi non c'è nessuno.

Arriviamo col sole al colle dell'Agnello, dove ci soffermiamo per poco.

Nel frattempo ci hanno raggiunti Paolo e Alberto. Due ballerini?

Lasciamo quasi subito l'asfalto per l'ottimo sentiero che conduce al col Vieux.



Eccoci al col Vieux, dopo aver camminato per pochi metri, a causa del terreno reso colloso dalla neve appena sciolta.

Prende il via la prima discesa del giorno, su facile sentiero, solo un pò viscido, in questa occasione.

L'ambiente sempre spettacolare rende difficile concentrarsi sulla guida; i tratti impegnativi però sono davvero pochini. Ci avviciniamo al lac Foreant.


Puntiamo al lac Egorgeou.



Superati i laghi, il tracciato si fa più roccioso e divertente.


A un certo punto si materializza il Monviso in versione francese, che indica anche la meta della nostra seconda salita.

Una spassosa sezione in pineta.

Ed eccoci a l'Echalp.

Prende il via la seconda salita, nel vallone del Guil. Inizialmente su percorso pianeggiante, poi su rampe più decise. Purtroppo la temperatura è schizzata in alto, la salita di stamane a +5 è un bel ricordo, ora ce ne sono più di 30.

Al belvedere du Viso finisce la strada, e la festa. Decidiamo di evitare il rifugio e di seguire il torrente.

Pedaliamo per un pò su un bellissimo sentiero, ma non facciamo un solo metro di salita, e il Vallanta si avvicina...

Quando il sentiero si impenna tocca una lunga sessione di spinta e poi spallaggio. La stanchezza inizia a farsi sentire.

Arriviamo pedalando (poco) al lac Lestio, dove già sappiamo cosa ci aspetta per poter raggiungere il passo Vallanta, che vediamo dritto davanti a noi.

Bici in spalla e via sulla pietraia!

Ancora un piccolo sforzo...

Ed eccoci al passo di Vallanta, dove crediamo di aver messo alle spalle il peggio.

Invece il peggio deve venire: il sentiero per il colle Losetta, dall'avvio invitante, si rivelerà lungo, pochissimo ciclabile, e con un paio di passaggi rischiosi anche a piedi.

Man mano che si procede, si valuta come sempre meno probabile l'eventualità di ripetere l'itinerario, e ne approfittiamo per scattare foto a raffica alla spettacolare parete ovest del Monviso.

Arriviamo esausti al passo Losetta, il sole è ormai tramontato, e la temperatura in picchiata.

Un folto gruppo di local ci dà il benevenuto nel vallone di Soustra

Ci avviamo per l'ultima discesa, sul sentiero che ci aveva fatto tanto sudare l'anno scorso, in salita.

Discesa divertentissima, fattibile anche se decisamente affaticati, come nel nostro caso.


La luce cala velocemente, e il sentiero, per quanto veloce e scorrevole, è lunghissimo!

Chiudiamo al buio, che però non ci coglie impreparati!

Come epilogo per questa gita epica e irripetibile (da non ripetere, cioè), un bel piatto di ravioles della Valvaraita (degli gnocchi, in pratica).